Chi dice che gli incubi non si avverano?Ovviamente i benpensanti.
Tra questi vi era John Pitgard,56 anni,proprietario di una drogheria a Charlottetown,Canada.
Molti lo conoscevano,salutandolo per strada.Ma pochi lo conoscevano al di fuori della strada.Quasi nessuno.
Quando entrava nella sua villetta a Jerome Street,allora fino alla mattina successiva non partiva un fiato da quella che,agli occhi di un normale passante,sembrava una ridente villetta immersa nel verde della periferia canadese.
Molti si chiedevano come mai la sua giornata si spegnesse al girare della chiave della porta e alla successiva entrata nell'abitazione,ma una cosa si sapeva,suscitava curiosità.
Tra i curiosi,ovviamente quello che spiccava si identificava nella figura di Jenna Mitchell,33 anni,impiegata,conosciuta nell'ambiente come una delle donne più impiccione del luogo.Per anni perseguitò John alla ricerca di notizie sul suo passato,ottenendo sempre una risposta negativa e malevola.Ma pensate che Jenna si arrese?No.
Una cosa che attirava principalmente la donna erano i discorsi strani che John faceva spesso quando ci ritrovavamo di fuori a fumare una sigaretta.
Incubi?Sciocchezze.I miei incubi non si sono mai avverati,e nella mia casa non entreranno mai,perchè non ci farò mai entrare nessuno.
Che nascondesse qualcosa dentro casa?Questo Jenna pensava continuamente.
Ed un giorno si mise in azione.
Verso le 22.30 si spinse verso casa di John,che in mezzo alle sfavillanti luci che fuoriuscivano dalle finestre delle altre case,quella sembrava un orrido tugurio buio.
Che fosse già andato a dormire?
Jenna si spinse comunque verso la casa e fece un giro attorno alla ricerca di una finestra aperta.E lì il colpo di fortuna:la finestra posteriore era aperta e Jenna non esitò ad entrarvi.
Il buio completo aleggiava nella casa,impenendo ogni vista,e dei rumori come dei sospiri riecheggiavano nel mistero.L'improvvisa chiusura della finestra come una ghiogliottina,fecero sbalzare Jenna,che si astenne dall'urlare,ma era decisa ad uscire da lì.Inutile,la finestra era bloccata.Bisognava cercare un altra via.
-Fortuna che mi sono portata una torcia.-
In quel momento pensò che era meglio non accenderla.
La casa sembrava abbandonata da anni:Muri ammuffiti,strappati e logori,mobilio cadente e completa assenza del pavimento,solo un mucchietto di terra,cocci e pietre.Jenna si chiedeva come un uomo così solare come John potesse vivere lì.
Proseguì per il corridoio,tenendo la mano sul petto,tenendo conto del ritmo cardiaco che man mano accellerava.La situazione della casa non cambiava,tutto era putrido e diroccato,mentre il rieccheggiare del pianto di un neonato faceva da sfondo azzeccato.
Arrivò nella cucina,rimanendo schifata da tutto il lerciume sui ripiani e un odore lancinante di carne putrefatta.John non era normale.Prese un coltellaccio che si trovava su un bancone e proseguì il suo tour nell'incubo.
Ma dov'era finito John?
Immersa da quei pensieri,si imbattè in una rampa di scale che portavano verso il piano superiore.Jenna non ci pensò due volte e salì.
Salendo le scale sentì ai suoi piedi qualcosa di liquido che scendeva giù,pensando che probabilmente qualche tubo dell'acqua perdeva,notando la condizione della casa,e senza curarsene arrivò al secondo piano.
Sentì un rumore secco e si cominciò a guardare intorno con aria impaurita.
Questo è un incubo
Incubo?Questo non è un incubo
John fuoriuscì dall'ombra,illuminato dalla torcia di Jenna.
-Ommiodio scusa John,non volevo intrufolarmi in casa tua.E' solo che ero spinta dalla curiosità di sapere cosa nascondessi.Cos'è questo tugurio?Ti si è allagata casa?Ti posso aiutare sai.-
Ma John non parlava,Stava fisso a guardare il terreno.Tutto ad un tratto,John smise di toccare terra:il suo corpo incominciò a fluttuare come uno spettro,e i sospiri tornarono a farsi risentire nell'area.Cominciò a gocciare il sangue copiosamente dal pavimento e Jenna incominciò a sentire quel liquido che le bagnava i piedi salendo le scale,era sangue viscido che gli scorreva,mentre vedeva John che a poco a poco si decomponeva davanti ai suoi occhi,divenendo un incubo vero e proprio,il colore nero dell'oscurità si tinse di rosso e si sentì gonfiare al proprio interno,come un palloncino pronto ad esplodere,soffocando tra le su grida di paura.
Aiuto!Aiuto!Tiratemi fuori da quest'incubo!
Non esistono gli incubi.Io sono l'incubo...
L'indomani,alle prime luci dell'alba John Pitgard uscì di casa e si avviò verso il suo negozio.
Di Jenna Mitchell si persero le tracce per un mese.Un corpo completamente sfigurato venne trovato dentro ad un ruscello sulla Red Forest.La Scientifica non riusciva a spiegarsi le cause del decesso:Il cuore era tranciato dall'interno ma senza subire danni all'esterno,e dietro la schiena un foglio di carta era stato abbondantemente spillato alla carne.
"Questo è un avvertimento a tutti i miscredenti.
Coloro che cercano la verità,periranno nella loro curiosità.
Questa donna ne è un esempio.Lei vide l'incubo in persona prima di morire."