Howard correva per il corridoio illuminato con tutto il fiato che aveva in corpo,sebbene la paura di morire non ne dava oramai un limite.
Urlava a squarciagola alla ricerca di aiuto e non si capacitava perchè nessuno lo sentisse ed aprisse la porta. Era un appartamento,come era possibile che nessuno avvertiva le urla di un disperato che fuggiva a tutta velocità dalla morte?
Scese le scale con molta foga,tanto da cadere per i gradini e sbattendo la faccia per terra,da dove si rialzò di scatto:l'avvicinarsi della fine non gli faceva sentire il dolore.
Si toccò momentaneamente il viso in generale mentre ricominciava a correre e del sangue usciva insistentemente dalla bocca. Mai. Mai tanto sangue era uscito dal suo corpo tutto in una volta. Era una persona altamente prudente ed era già raro che gli uscisse del sangue,figuriamoci in quella quantità. La sua preoccupazione più grande era solo uscire dall'appartamento,prendere la macchina e correre alla più vicina stazione di polizia a denunciare un uomo che si era intrufolato nel suo bilocale brandendo una mannaia e sussurrando illazioni senza senso.
Intanto il rumore di passi dietro di lui aumentava a dismisura,sebbene il tempo che passava tra un passo e l'altro presagiva che l'oscura figura stava camminando tranquillamente.Il rumore dei passi era direttamente proporzionale alla disperazione che circolava nel corpo di Howard,che continuava ad urlare alla ricerca di un qualsivoglia soccorso da parte di altri inquilini.
-AIUTO!AIUTO!E' POSSIBILE CHE NESSUNO MI SENTA?-
La salvezza era presto giunta.
La luce lunare che entrava attraverso i finestroni del portone diedero ad Howard una minima speranza,che aumentò il ritmo della corsa,quasi a gettarvisi col corpo. Prese la maniglia e la tirò con forza verso il basso. Ma niente,il portone non si apriva.
-Portone del cazzo. Sempre con questa maledetta maniglia.-
Incominciò a sbattere con forza il corpo sul portone,che non dava segni di smossa. Controllò la serratura e non era bloccata. Ma allora perchè diavolo non si apriva?
L'assassino si avvicinava e a Howard non restò che l'ultima spiaggia:La zona della caldaia. Si girò di scatto alla porticina adiacente al portone e l'aprì piano in modo che non si facesse alcun rumore e sempre con calma scese le scale,mentre l'aria si faceva calda ed abbastanza piacevole in quella fredda giornata di inverno,se non fosse per qualcuno che cerca in maniera immotivata di ucciderti con una mannaia.
La stanza era miseramente illuminata dai led della caldaia che segnavano la temperatura:decisamente alta,dato che il led dell'ALARM era acceso. Ma non era quello il problema. Howard doveva difendersi. Cercò un qualsiasi oggetto che poteva funzionare da arma e in quel momento tutto andava bene. Una piccola accetta era posata vicino ad uno scaffale e Howard non esitò a prenderla per poi nascondersi prontamente in un piccolo angoletto tra la caldaia ed uno scaffale in attesa dell'oscura figura che non fece tardi a presentarsi:essa stava scendendo le scale con molta calma,mentre la mano con cui Howard reggeva l'ascia tremava velocemente.
Cosa vuole da me?
Cosa ho fatto?
Perchè devo morire?
Ma io non morirò...Non posso morire...
Questi erano i pensieri che aleggiavano nella mente dell'uomo in attesa,che si bloccarono prontamente alla vista di un ombra che reggeva una mannaia illuminata dai led della caldaia,che intanto aumentava di temperatura a vista d'occhio,mentre l'ALARM era continuamente acceso. Probabilmente di li a poco la caldaia sarebbe esplosa.
La figura passeggiava per la stanza,sbattendo la lama sugli scaffali e fischiettando un motivetto allegro. Cosa ci fosse da stare allegri poi.
Howard tenne in alto l'ascia in attesa di colpire il suo bersaglio che intanto si avvicinò lentamente alla caldaia,fissandola. La lieve luce dei led mostrava un macabro sorriso alla vista di Howard,che vide una mano girare una levetta:aveva settato al massimo la temperatura. La caldaia incominciò a tremare in maniera anormale e il cervello di Howard fece due rapidi conti prima di capire che quest'ultima sarebbe esplosa sul serio. Uscì dal nascondiglio e si gettò con ferocia contro l'oscura figura.
-SEI IMPAZZITO?-
Howard lisciò di netto il suo bersaglio che invece rispose prontamente e lo accoltellò in pieno sul petto,senza colpire il cuore. L'uomo si accasciò a terra,facendo cadere l'ascia ed urlando di dolore, rantolando ai piedi dell'assassino,che intanto raccoglieva l'ascia e fissava il corpo della povera vittima. Howard si gelò alla vista di quell'ascia arruginita su quella mano ed incominciò a supplicare quel boia dinanzi a lui.
-Ti prego.Lasciami in pace.Ti pagherò. Quanto vuoi?Ti darò tutti i soldi che vuoi,basta che ora posi quell'ascia e te ne vai. Non ti denuncerò neanche alla polizia,contento?-
Il boia incominciò una canzoncina melensa,cantata con una voce roca e grottesca,ma che inneggiava un tono un pò bambinesco. Howard,nel tentativo inutile di rialzarsi da terra,ignorò gran parte della canzoncina,se non per l'ultima parte,che lo paralizzò a fissare in alto davanti a se.
E tu che sei il quinto...
Dalle fiamme verrai inghiottito...
Al termine della canzone un colpò d'ascia colpì in pieno la bombola del gas,che incominciò a fischiettare,mentre la figura risaliva le scale sempre a passo lento,lasciando Howard a terra grondante di sangue,che chiamava disperatamente aiuto.
-DOVE VAI?QUA ESPLODE TUTTO,TORNA INDIETR...-
Non terminò la frase che un boato lo investì in pieno ed una enorme fiammata lo iniziò a consumare velocemente. Howard urlò con tutto il fiato in gola mentre la sua pelle si anneriva e si aggrinziva,come un ciocco di legno in un camino acceso. Provò un dolore lancinante e continuo:mai aveva subito un dolore così forte da quando a diciotto anni si ruppe un braccio cadendo dal motorino,ed ora che ne aveva quarantotto stava bruciando vivo. Non capiva da dove venisse l'uomo e perchè oramai lo aveva ucciso in maniera così brutale,ma fino a quando il fuoco non lo spense,mentre affondava nell'oblio sentiva nella sua mente quella cantilena.
E tu che sei il quinto...
Dalle fiamme verrai inghiottito...
Il quinto di cosa?Cosa era successo anni addietro lì?
Ma oramai per Howard non aveva più importanza.
Il suo corpo carbonizzato giaceva tra le fiamme della zona caldaia,divenuto nero come il carbone.
Indice 
Titolo: Fiamma (Prologo) 
Sab Gen 03, 2009 10:50 pm
