Charles Milles Manson (Cincinnati, 12 novembre 1934) è un criminale e serial killer statunitense, famoso per essere stato il mandante di uno dei più efferati omicidi della storia degli Stati Uniti d'America. Ha avuto vari soprannomi, tra cui "Mr Satan" o "Satan Manson", e la sua espressione "diabolica" nonché la sua crudeltà, lo hanno reso una personificazione umana del male. Accusato di Satanismo, si autodefiniva il Gesù Cristo del XX secolo
L'infanzia
Charles Manson nacque nel 1934 a Cincinnati (Ohio).
Sua madre, Kathleen Maddox, crebbe in una famiglia religiosa e molto rigida. Siccome non amava lo stile di vita ferreo che le veniva imposto, scappò di casa a 16 anni e per sopravvivere decise di darsi alla prostituzione. Charles fu concepito durante uno dei suoi rapporti occasionali e quando le venne chiesto quale nome dare al bambino ella non seppe cosa rispondere, tanto che il neonato venne registrato con il nome "No Name Maddox". Solo alcuni mesi più tardi il bambino venne chiamato Charles, e alcuni anni dopo ricevette il cognome Manson, da man (uomo) e son (figlio), poiché non si conosceva l'identità del padre.
Dopo l'arresto della madre, per problemi legati alla droga e alcuni furti, all'età di cinque anni il piccolo Charles venne affidato agli zii che vivevano nel West Virginia. Anche loro, fanatici religiosi, imposero al nipote un'educazione molto dura. Manson si lamentò soprattutto dello zio, che lo insultava e lo umiliava continuamente davanti a tutti: disse infatti che lo zio lo obbligò a vestirsi da bambina il primo giorno di scuola, mettendolo in imbarazzo davanti ai suoi compagni.
La zia lo picchiava e cercava di sbarazzarsi di lui dandolo in adozione. Tutte le angherie subite contribuirono all'alterazione della psiche di Charles, il quale iniziò la sua vita da sbandato a 12 anni scappando di casa e crescendo nella strada.
L'adolescenza e l'apparente cambiamento [modifica]
Nella fase adolescenziale iniziò la sua vita da criminale, dedicandosi ai furti d'auto e a rapine nei negozi. Tuttavia nel giro di pochi mesi venne arrestato e rinchiuso in carcere in Virginia. In carcere Charles subì ulteriori violenze da detenuti più grandi di lui. Stanco dei continui abusi nei suoi confronti, Charles imparò a difendersi e la sua instabilità mentale crebbe sempre di più. La sua pena venne aggravata quando fratturò il cranio ad un detenuto e ne ferì un altro con un oggetto contundente. Venne tuttavia scarcerato nel 1954, all'età di 20 anni.
Manson era dotato di astuzia e di un'abilità oratoria non indifferente: in poche sedute di dibattito riuscì a raggirare la commissione, plagiandola e convincendola di meritare la libertà condizionata. Fu così rilasciato anzitempo. Effettivamente Charles sembrava veramente cambiato. Si sposò con una giovane ragazza, una cameriera di un fast food, e da lei nel 1955 ebbe un figlio: Charles Manson Jr. Fu un breve momento di pace e serenità. Mentre suo figlio era ancora neonato, Charles manteneva la famiglia con lavoretti mal pagati e furti d’auto. La moglie, contraria alla vita criminale del marito, ottenne il divorzio e Charles, arrestato nuovamente, venne rinchiuso in un carcere in California.
Rilasciato, pochissimo tempo dopo venne nuovamente arrestato, sempre per furto. Ma ancora una volta Manson se la cavò, convincendo una sconosciuta a presentarsi in tribunale a spacciarsi per la sua fidanzata incinta. Ottenne così una semplice condanna agli arresti domiciliari che non rispettò mai. Appena rilasciato violentò due donne a distanza di pochi giorni e, riconosciuto e catturato, questa volta ricevette dieci anni di carcere nel penitenziario McNeil dello Stato di Washington, nel Nord-Ovest degli Stati Uniti.
La famiglia [modifica]
Charles fu rilasciato sulla parola nel marzo 1967, anno in cui il movimento Hippy era nella sua "fase d'oro" e appena uscito se ne aggregò immeditamente. Divenne, infatti, un fan dei Beatles e si trasformò in un musicista hippy, mettendo a frutto quanto appreso in carcere da un detenuto più anziano che gli aveva insegnato a suonare la chitarra.
Charles puntava al successo e si trasferì a San Francisco, in tempo per la leggendaria Estate dell'Amore, dove raccolse intorno a sé un gruppo di giovani (sia ragazzi che ragazze) affascinati dal suo carisma, dalla sua chitarra e dalla sua capacità di parlare alla gente. Presero il nome di The Family ("La famiglia"), o anche The Manson Family, sebbene Manson abbia sempre negato di aver dato egli stesso quel nome al gruppo. Riuscì a raccogliere un cospicuo numero di adepti (circa 50 persone): molti di loro erano ragazzi che avevano avuto una vita dura come Charles, con problemi familiari, difficoltà ad inserirsi nel sistema e dall’immancabile passato difficile. Per loro Manson era un guru in quanto profetizzava una particolare dottrina: si spacciava per la reincarnazione di Gesù Cristo e i suoi adepti gli erano molto devoti. Un principio che lo distingueva dagli altri esponenti del movimento Hippy di quei tempi, era il disprezzo che provava nei confronti delle persone di colore. The Family, sotto la sua attenta guida, sopravviveva grazie a furti ed altre attività criminali. Tra una rapina e l’altra, suonavano la chitarra e facevano uso di hashish e LSD. L'attività della setta di Manson non si limitava solamente ai furti, ma si estendeva anche agli omicidi. Manson fondò anche un movimento ambientalista chiamato ATWA (acronimo di "Air, Trees, Water, Animals"), che si batteva per salvaguardare la natura e le sue creature, del quale facevano parte anche alcuni membri della "Famiglia".
Charles voleva diventare un musicista famoso come i suoi idoli e nell’estate del 1968 tentò di realizzare il suo sogno musicale, recandosi in uno studio discografico di Los Angeles, coi soldi di Dennis Wilson, batterista dei Beach Boys che aveva conosciuto dopo che questi aveva dato un passaggio a due ragazze della Family che facevano autostop. Il suo sogno fallirà amaramente e l’ossessione di diventare un artista musicale lo turberà per sempre. Un suo brano, Cease to Exist, fu rifatto col nuovo titolo Never Learn Not to Love che aveva alcuni versi e il bridge cambiati dai Beach Boys che lo inserirono nell'album 20/20 (1969), cosa che suscitò in Manson non poca rabbia nei confronti dell'ex amico.
Gli omicidi [modifica]
Il 9 agosto 1969 Manson pianificò un'intrusione a Cielo Drive, un ricco quartiere di Los Angeles, con l'obiettivo di entrare nella villa di Roman Polanski dove Sharon Tate, attrice e moglie del regista, incinta di 8 mesi stava accogliendo degli ospiti: Jay Sebring, parrucchiere dell'attrice, Abigail Folger, figlia dell'imprenditore del caffè "Folger", Wojiciech Frykowski, il fidanzato di Abigail.
Charles aspettò in auto (altri invece sostengono che rimase nel ranch dove risiedeva l'organizzazione) ordinando ai suoi adepti di compiere la strage. Coloro che eseguirono gli ordini furono Charles "Tex" Watson (a cui Manson diede il comando dell'esecuzione), Susan Atkins, Patricia Krenwinkel e Linda Kasabian. Questi si diressero verso la villa armati di coltelli, un fucile e un filo di nylon lungo 13 metri. Giunti sul posto, i quattro tagliarono i fili del telefono per impedire che venissero chiamate le forze dell'ordine una volta entrati. Ad eccezione di Linda Kasabian, che doveva coprir loro le spalle, gli altri tre scavalcarono la recinzione. Tuttavia vennero notati da un amico del guardiano della villa, Stephen Earl Parent, il quale cercò invano di avvisare del pericolo, ma venne ucciso immediatamente a colpi di fucile da Tex Watson.
Entrati nella villa i membri della The Family non ebbero nessuna pietà. Il primo a morire fu il parrucchiere Sebring, che implorò di lasciar in vita Tate in quanto incinta, ma venne ferito con un colpo di fucile all'ascella e finito con una serie di coltellate. La successiva vittima fu Frykowski, che venne accoltellato da Susan Atkins. Stessa sorte anche per la Folger, accoltellata ripetutamente. L'ultima vittima fu Sharon Tate, a cui spettò la sorte peggiore. Infatti, venne prima picchiata a sangue, torturata con il filo di nylon e accoltellata 16 volte al petto.
Con il sangue della donna venne scritto sulle pareti del soggiorno la frase Death to pigs ("Morte ai maiali": maiale è anche il termine statunitense con cui ci si riferisce con spregio alla polizia e "Piggies" è il titolo di una canzone dei Beatles; la parte che recitava "what they need's a damn good whacking", "ciò che necessitano è una scarica di botte" fu equivocata da Manson). Sullo specchio del bagno venne scritto Helter Skelter. L'espressione inglese "helter skelter" indica i grandi scivoli di forma elicoidale dei Luna Park. Essa fu interpretata da Manson come "arrivo del caos" e "fine del mondo", il titolo di una canzone dei Beatles che Manson interpretò come un messaggio subliminale apocalittico. Dal massacro scampò solo il regista Roman Polanski, impegnato per motivi di lavoro in Inghilterra (aveva appena finito di girare Rosemary’s Baby).
I massacri dell'organizzazione non si placarono, e il giorno seguente vennero uccisi il droghiere Leno LaBianca e sua moglie Rosemary: i due furono accoltellati ripetutamente al petto (si contano più di quaranta pugnalate a testa). Sulle pareti nuovamente venne scritto “Death to pigs”.
Altra vittima non risparmiata dalla carneficina di Manson fu un insegnante di musica, Gary Hinman, che qualche mese prima aveva dato ospitalità alla Family osando poi cacciarli. Anche lui venne accoltellato: sulla parete comparve la scritta "Porco politico".
L'ultimo omicidio attribuito a "The Family" fu quello di un membro stesso della setta, Donald Shea (soprannominato "Shorty"), colpevole di aver abbandonato l'organizzazione e di aver sposato una donna nera. Venne brutalmente ucciso il 26 agosto 1969 e la sua salma venne tagliata in nove pezzi.
L'attività criminosa della "Famiglia" continuò incontrastata per quasi due anni, fin quando l'avvocato Vincent Bugliosi, di origini italiane, riuscì a trovare dopo molte indagini le prove che incastrarono Manson. Alcuni suoi seguaci lo tradirono; testimone chiave si rivelò Linda Kasabian, la ragazza costretta a fare il palo la sera del 9 agosto 1969. Charles venne così arrestato per quello che venne ricordato come Il caso Tate-LaBianca e venne accusato di essere il mandante degli omicidi.
Il processo [modifica]
Nel 1970 iniziò il processo contro Charles Manson. Egli si presentò con una X incisa sul derma della fronte come simbolo distintivo: in seguito, dopo diversi anni di prigione, Manson stesso modificò l'incisione sulla fronte facendola diventare una svastica. Il processo è entrato nella storia degli U.S.A. per la sua incredibile lunghezza: solamente il dibattimento preliminare durò quasi un anno. Charles confessò gli omicidi della sua banda (oltre alle altre azioni criminali commesse) e rivelò che nella sua "lista nera" c'erano altri personaggi noti dello spettacolo come Liz Taylor, Steve McQueen, Richard Burton e Frank Sinatra.
Il 29 marzo 1971 il processo si chiuse con la condanna a morte dell’intera "Famiglia", ma nel 1972 lo Stato della California abolì la pena di morte, e Manson e la sua setta vennero spostati dal braccio della morte al carcere, precisamente nel Corcoran State Prison, dove dovranno scontare innumerevoli ergastoli.
Il 25 maggio 2007, presso il carcere di Corcoran, l'undicesima udienza richiesta da Manson per ottenere la libertà vigilata è stata respinta. L'uomo, 74 anni (di cui 42 trascorsi in carcere), non era presente all'udienza, ma ha già fatto sapere alla stampa che nel 2012 presenterà puntualmente la sua dodicesima domanda di rilascio. Manson non ha mai ammesso le sue colpe e continua a dichiararsi innocente; alla "Famiglia" disse che era permesso fare ciò che riteneva più giusto[senza fonte].
Le ipotesi di omicidio
Non si sanno con esattezza i motivi che spinsero la banda di Manson ad uccidere. Alcuni specialisti avanzano l’ipotesi che Manson fosse ossessionato dalla fama: non essendo riuscito a diventare una rockstar come aveva sempre sognato egli avrebbe scelto l'alternativa più facile: dei folli omicidi che attirassero l’attenzione dell’opinione pubblica.
Altri ritengono che Charles, essendo vissuto nella povertà e in mezzo alla strada, odiasse le persone ricche e famose. A causa di ciò voleva uccidere più persone illustri possibile.
Si ritiene che con la scritta "DEATH TO PIGS" Manson volesse dimostrare il proprio furore nei confronti delle stelle dello spettacolo, chiamandoli "maiali" per la loro vita mondana e piena d'eccessi.
Lo stesso Manson, invece, rispose che lo avevano ispirato i Beatles con la loro Helter Skelter. Egli credeva di aver individuato nel brano una sorta di "messaggio profetico" a lui indirizzato che gli ordinava di diffondere il caos. Manson disse di aver ucciso Sharon Tate perché voleva dare la colpa alla comunità afro degli Stati Uniti, i quali si sarebbero ribellati e avrebbero distrutto la comunità bianca; ma gli Afroamericani sopravvissuti non sarebbero riusciti a governarsi e avrebbero chiesto aiuto ai bianchi sopravvissuti, fra cui ci sarebbe stato Charles Manson.